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Scopri l'Agrario

  
Diploma di maturità classica, Lettere Classiche, specializzazione all’insegnamento delle materie letterarie, classiche.
Un giorno, casualmente, mi ritrovo a lavorare all’ Istituto Tecnico Agrario.
Do uno sguardo alle materie e realizzo di trovarmi di fronte ad un percorso di studi molto distante dalle “humanae litterae” della mia formazione.
Mi ricredo subito. Riformulo il pensiero. “E’ un percorso distante dalle humanae litterae, ma non dalla loro essenza”.
Mi bastano infatti pochi giorni di scuola per scoprire che ogni singola disciplina di questo corso di studi  trasmette più humanitas di tutta la letteratura: la filantropia si arricchisce di profondo amore verso gli animali; il cosmopolitismo di rispetto per la Madre Terra, per l’ambiente e per ogni forma di vita.
Tutto è pura poesia: il panismo dannunziano diventa una realtà attraverso i viaggi tra le biodiversità ambientali, tra i micro biomi, tra i processi chimici che trasformano in nuova vita tutta la materia organica, di cui noi stessi siamo composti. La singolarità dell’individuo si perde e si confonde con quella del tutto diventando bosco, prateria, terra brulla, fiume, mare…
”E immersi noi siam nello spirto/ Silvestre/ d’arborea vita viventi”, direbbe D’Annunzio.
E poi la “magia”… Quanta magia è già connaturata nella natura! Energie invisibili che danno la vita, senza bisogno di formule magiche per essere attivate e di poeti decadenti per essere descritte, ma solo di conoscenze che permettano di sfruttarle al meglio. Un esempio, la coltivazione “biodinamica”, che sfrutta sapientemente tali energie cosmiche della vita. Mentre bevi un vino di uva che sai essere stata “dinamizzata” alla luna, come fai a non sentire infuse anche in te tali energie?
Senza accorgermene, mi sono scoperta innamorata di questa scuola.
Da quasi astemia, ho iniziato ad appassionarmi alla produzione del vino e a prestare attenzione al le sue caratteristiche quando ne sorseggio uno.
Ho iniziato a  pretendere la qualità dei cibi che porto in tavola.
Ho rivalutato  la produzione locale, i mercatini, la piccola azienda agricola e il vero senso del “Km zero” .
Insomma, una scuola che mi ha rinnovato, se non addirittura rivoluzionato.
L’aspetto che più mi ha fatto innamorare, però, è stato quello umano.
Alunni genuini, saggi, concreti, affidabili, rispettosi. Le poche eccezioni palesano solo un naturale moto di ribellione adolescenziale, che nasconde però sempre una natura buona, che spesso tradisce il personaggio creato, emergendo.
Difficilmente li ho sentiti parlare di frivolezze. Spessissimo di lavoro, progetti per il futuro, sacrifici.
Ragazzi avari di sterili polemiche davanti a difficoltà che inevitabilmente si sono manifestate in una scuola di recente istituzione. Sempre proattivi, risoluti, risolutivi e disposti a dare il loro contributo, ciascuno con le proprie competenze, sempre con generosità e allegria.
Ciò che più mi piace di loro è che non hanno bisogno di seguire le mode del momento per sentirsi sicuri di sé ed accettati: questi ragazzi hanno la forza che deriva dall’avere un progetto di vita e un obiettivo e, soprattutto, una forte passione, un fuoco che temevo estinto.
Nei più è passione per la campagna, per le novità in campo agronomico, per gli spunti di crescita lavorativa, per il restauro e il bricolage. In altri è passione per la musica, in particolare per la musica folck. In altri ancora per la tecnologia, di cui conoscono i più remoti segreti e con cui riescono a creare opere d’arte. Non mancano però nemmeno quelli la cui passione è la lettura: libri letti sotto il banco, di nascosto, mentre il docente spiega tutt’altro, nell’ansia di arrivare a scoprire il finale.
In tutti, passione per il divertimento sano, fatto di condivisione tra amici cari, cibo, musica, allegria.
Se è vero, ed è vero, che l’insegnante ha sempre da imparare dagli alunni, si può affermare che questi ragazzi sono dei veri maestri, che insegnano a guardare le cose da un’altra prospettiva, in cui tutto è possibile, se ci si mette in gioco, agendo.